La cultura terramaricola

La cultura terramaricola, considerata una delle più significative civiltà dell'Europa preistorica, nasce e si sviluppa nella Pianura Padana tra 1650 e 1150 circa a.C.

Le terramare sono villaggi fortificati di forma quadrangolare, delimitati da terrapieni (o palizzate nelle fasi più antiche) e fossati; ampi inizialmente 1-2 ettari e, più tardi, anche diversi ettari, erano posizionati nei pressi di corsi d'acqua, preferibilmente su dossi naturali. Le capanne, monofamiliari, erano solitamente costruite su impalcati di tipo palafitticolo, innalzati però su terreno asciutto; la distribuzione delle case e la suddivisione degli spazi all'interno del villaggio appare estremamente regolare.

L'economia era basata su agricoltura e allevamento; una fitta rete di commerci garantiva il rifornimento di alcune materie prime (bronzo e certi tipi di pietre), o di pregio, come ambra o conchiglie marine.  La maggior parte degli oggetti d'uso quotidiano era realizzata in ambito domestico, mentre quelli in bronzo erano prodotti da artigiani specializzati.
All'interno delle comunità, i guerrieri costituivano un'élite emergente e la posizione privilegiata era probabilmente estesa agli altri membri della loro famiglia.

Intorno al 1200 a.C. inizia per il mondo terramaricolo una grave crisi che nel giro di pochi anni porta all'abbandono di tutti gli insediamenti; attualmente si ipotizza che tale scomparsa sia stata determinata dalla concomitanza di varie cause (forse una crisi delle risorse ambientali?), ma le dinamiche non sono ancora del tutto certe. Alla fine del XII sec.a.C. la pianura si ritrova pressochè spopolata e solo in epoca romana ritroverà quella densità demografica raggiunta durante il fiorire della cultura terramaricola.

Aggiornato: 25/02/10