La coltivazione e l'irrigazione nelle Terramare


Durante l'età del Rame e l'età del Bronzo antico la coltivazione era praticata in maniera estensiva attraverso una progressiva deforestazione per incendio.
Nell’età del Bronzo medio la deforestazione si intensificò ulteriormente a causa della costante ricerca di legname, necessario all'edificazione dei villaggi, e per la sempre più urgente esigenza di nuove aree da coltivare, a fronte dell’aumento demografico.
La progressiva diminuzione di terreni vergini determinò, in seguito, l’abbandono della coltivazione estensiva a favore di una più intensiva basata sull'irrigazione, che permetteva di fornire l'acqua necessaria per la crescita delle sementi e di arricchire così il suolo di molti nutrienti, soprattutto organici. Inoltre l’avvento dell'utilizzo dell'aratro in ambiente terramaricolo, prima soltanto ipotizzato ma ora chiaramente confermato dal rinvenimento di ben quattro aratri lignei all'interno della vasca di Noceto, è ulteriore testimonianza dell’elevato livello tecnologico e della grande evoluzione che caratterizzò la coltivazione terramaricola, durante il Bronzo medio.

Per supportare l’irrigazione e garantire un adeguato approvvigionamento d’acqua, i villaggi terramaricoli erano dotati di un complesso impianto idrico, strettamente legato al fossato che circondava il villaggio. Esso infatti non aveva solo uno scopo difensivo ma fungeva anche da collettore delle acque provenienti da fonti naturali, che poi ridistribuiva nella campagna circostante.

 


Pozzi rinvenuti sul fondo del fossato


È proprio in questo modo che si interpretano gli apparati idraulici venuti alla luce lungo il margine meridionale della nostra Terramara. Infatti, l'acqua che veniva estratta dai grandi pozzi scavati lungo la palizzata veniva convogliata, attraverso un complesso sistema di canalizzazione, verso il fossato che era ampio, poco profondo e con sezione asimmetrica: ripida dalla parte del villaggio e dolcemente inclinata verso la campagna.



Particolare dei pozzi scavati sul fondo del fossato a confronto con ragazza masai intenta ad attingere acqua


Le acque provenienti dai pozzi della recinzione venivano raccolte alla base del fossato, in una canaletta artificiale originata da una sorgente: in questo modo il fossato difficilmente si prosciugava.
Inoltre, è stato individuato un ulteriore canale più esterno rispetto al fossato, le cui acque era probabilmente destinate ad alimentare il fossato stesso con l'acqua derivata da un corso vicino.

Tuttavia, come abbiamo raccontato negli episodi precedenti, durante l'ultima fase di vita del villaggio i grandi pozzi presenti al margine della Terramara si esaurirono, spingendo gli abitanti a scavare nuovi pozzi sul fondo del fossato: questa emergenza di aridità fu, molto probabilmente, il primo momento di crisi di una civiltà la cui scomparsa, come ben sappiamo, rimane ancora uno dei grandi misteri che si tenta di risolvere.


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Aggiornato: 17/12/20
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